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Sassuolo è città di antica tradizione musicale. Terra “fertile” che ha dato i natali a tanti musicisti e cantanti di talento, per dirla con le parole del compianto Roberto Costi, per anni indiscusso protagonista della scena musicale e teatrale cittadina. Sassuolo vanta oggi numerose associazioni o gruppi spontanei di dilettanti che con passione si dedicano alla pratica musicale nelle sue molteplici declinazioni, un patrimonio culturale invidiabile. A queste si aggiunge ora, grazie ad un nutrito gruppo di studenti dei Conservatori della regione, l’Accademia Filarmonica di Sassuolo, orchestra sinfonica giovanile affiliata alla “Scuola Corale Giacomo Puccini”, di cui sarà parte integrante. Per essere precisi si dovrebbe parlare di una rinascita, poiché un’istituzione con questo nome ha operato in città per circa un secolo e mezzo, dalla seconda metà del ‘700 fino ai primi decenni del secolo scorso, ormai dimenticata ma una delle più importanti realtà artistiche del nostro passato. Raccogliendo con orgoglio l’eredità di questa, la rinata Filarmonica ha così deciso di adottarne la denominazione e l’antico logo, solo ora riemerso dalle polverose carte dell’archivio comunale. Artefice e anima dell’ambizioso progetto è l’intraprendente e giovanissima sassolese – ha solo 22 anni - Lisa Fontani, che studia composizione al conservatorio Vecchi Tonelli di Modena e sta completando gli studi per entrare in direzione d'orchestra.

Assieme a Simone Montaguti, originario di Cesena, 25 anni, diplomato in clarinetto all’Istituto musicale Peri di Reggio Emilia – attualmente sta frequentando una masterclass

di perfezionamento del M° Fabrizio Meloni, primo clarinetto della Scala di Milano - ha con

tenacia e pazienza coinvolto oltre 70 giovani musicisti provenienti dai Conservatori di Modena, Reggio, Bologna e Parma, desiderosi di confrontarsi con l’esperienza unica della

realtà orchestrale. L’iniziativa, che ha subito ricevuto il plauso dell’amministrazione municipale e il fattivo supporto concedendo l’utilizzo di sale per le prove, parte dall’esigenza di tanti allievi di Conservatorio di poter suonare anche al di fuori dal contesto accademico, che il più delle volte offre loro come esperienza di insieme i soli saggi di fine anno, proponendo così una concreta opportunità di crescita professionale e personale non sempre facile da trovare. Obiettivo secondario dei filarmonici, ma non certo meno importante, è far conoscere e apprezzare a giovani e meno giovani la cosiddetta musica “colta”, spesso percepita a torto dalle nuove generazioni come noiosa e superata. Il debutto ufficiale della Filarmonica avverrà il prossimo 16 dicembre nel Duomo di San Giorgio, dove accompagnerà la Corale Puccini nel tradizionale Concerto di Natale, quest’anno dedicato a Franz Joseph Haydn. Del compositore austriaco verranno eseguiti la Missa Brevis in fa maggiore e il Te Deum in do maggiore, ma non mancheranno, come sempre, alcuni canti natalizi. Il concerto sarà riproposto il giorno seguente a Modena nella Chiesa di Sant’Agostino. Il 6 e 7 gennaio 2024 l’orchestra si esibirà da sola sul palco del Teatro De Andrè di Casalgrande con la favola musicale Pierino e il lupo di Sergej Prokofiev. A seguire, il 9 marzo, nell’ambito delle iniziative previste per l’inaugurazione del rinnovato Teatro Carani, si presenterà, di nuovo con la Corale, nel concerto vocale e strumentale “Ouverture – Musica e voci per il Teatro Carani”.

Note storiche sull’antica “Accademia Filarmonica di Sassuolo”

La fondazione dell’Accademia Filarmonica di Sassuolo si fa risalire al 1776, anno in cui viene per la prima volta menzionato nelle cronache del tempo con tale nome il gruppo di strumentisti dilettanti già da alcuni anni esistente, diretto dal 1771 dal Maestro di Cappella

Bartolomeo Milanti (1749 –1826). Il duca Francesco III d’Este, che da poco aveva fatto ingrandire e abbellire l’antico teatro cittadino nell’odierna piazza Garibaldi perché fosse più

consono alla fastosità della Corte ducale durante il soggiorno a Sassuolo, prese sotto la sua personale protezione la Filarmonica, incaricandola di allestirvi opere musicali (particolarmente apprezzate a corte erano le composizioni di Cimarosa e Paisiello), concerti ed intermezzi giocosi, nonché suonare a Palazzo ducale durante i pranzi di gala. Grande apprezzamento che il sovrano dimostrava nell’invitare spesso al proprio tavolo il M° Milanti. Sovvenzionata anche dalla comunità, l’Accademia aveva altresì l’incarico di

accompagnare le principali funzioni religiose e civiche. Stima e protezione furono confermate anche dal duca Ercole III, succeduto al padre nel 1780. L’anno seguente, con suo Diploma, autorizzò l’Accademia ad esporre nella propria sede le armi ed il ritratto del sovrano.

Più problematici furono i successivi anni dell’occupazione napoleonica, a causa dell’interruzione dei sussidi governativi e alla perdita della sala dove provare, situata presso il Teatro, poi riassegnata. Ciò nonostante, grazie all’abnegazione di un ristretto numero di musicisti rimasti, la Filarmonica non interruppe mai la propria attività. A risollevarne le sorti fu, nel 1810, il medico Gaetano Malagoli (1768-1848), già compositore di corte del duca di Parma e maestro di Cappella di Carpi. La municipalità sassolese gli assegnò alcuni locali presso l’ex ospedale di Sant’Anna per istruirvi la gioventù cittadina alla musica, sia vocale che strumentale: lo stesso edificio nel quale, oltre un secolo dopo, nel settembre del 1933, venne aperta la “Scuola comunale di musica Olinto Pistoni”. Molte delle composizioni musicali di Malagoli sono tuttora conservate negli archivi storici modenesi, comprese le due opere che vennero scritte e rappresentate a Sassuolo durante la sua permanenza. Nel 1810 musicò l’Isacco, oratorio di Metastasio, e l’anno seguente l’opera semiseria I prodigi della musica su libretto dei sassolesi Domenico Gazzadi, letterato, e Giovanbattista Fantini, primo violino nell’orchestra.

Scarse sono invece le notizie dei primi anni della Restaurazione austro-estense, in cui l’Accademia affrontò un più prolungato periodo di crisi. Guidata dal podestà Cristoforo Teggia, e dal maestro Bartolomeo Milanti, continua ad essere sovvenzionata dalla comunità, ma non sempre svolge i servizi ai quali è tenuta. Infatti, dal 1819 si è costituita una Banda musicale formata da giovani dilettanti presieduta da Cristoforo Magnani che si è resa disponibile a suonare nelle funzioni ecclesiastiche e processioni. Musicisti che in seguito entreranno a far parte dell’Accademia. Di questa sono documentate l’esecuzione nel teatro comunale, in occasione delle Fiere d’ottobre, di alcune opere di Gioacchino Rossini e Pasquale Anfossi. Rappresentazioni non più frequenti come nel precedente secolo: i fasti di quando Sassuolo ospitava la corte ducale sono ormai solo un lontano ricordo. Dopo la morte di Bartolomeo Milanti senior, avvenuta nel 1826, alla guida della

Filarmonica si sono succeduti i maestri Federico Dallari, Girolamo Bernieri, Ambrogio Cassiani e un tal Marchini di Fano, che continuamente dovettero fronteggiare numerose defezioni di accademici. Solo nel 1846 si ebbe maggiore stabilità, con l’assunzione in solido a maestri di musica di Sisinio Cassiani (1819-1898), come organista, istruttore della banda e maestro di canto, e di Bartolomeo Milanti junior (1827-1878), primo violino e direttore dell’orchestra. La collaborazione fra i due maestri non fu mai facile. A questo si aggiunga che il Cassiani era inviso agli amministratori comunali. Licenziato nel 1878, sarà poi uno dei fondatori della Banda “La Beneficenza”.

Nel 1849 un inatteso ed improvviso stop: con decreto del ministro dell’Interno conte Giacobazzi, per un non ben chiaro affronto fatto dai filarmonici alla persona del duca Francesco V durante una funzione religiosa nella chiesa di Madonna di Sotto, si intima all’Accademia di sospendere ogni loro attività. Questo comportò una forzata inattività di alcuni anni. La situazione si sbloccò solo nel 1854 quando i musicisti della cessata orchestra, ancora diretti dal M° Cassiani, si riunirono di nuovo rifondando il sodalizio ora chiamato “Società Filarmonica”. Si dotarono di un nuovo regolamento stilato dal ricercatore storico, nonché suonatore di clarino, Luigi Cavoli. Tornarono ad esibirsi a teatro e nella sala loro assegnata dal Comune in piazza Garibaldi, a fianco della torre, in accademie vocali e strumentali, riprendendo pure a svolgere i servizi liturgici. L’annullamento del decreto di sospensione da parte delle autorità, e la possibilità di fregiarsi ancora del titolo di “Accademia” giunse nel marzo 1855, dopo che i filarmonici avevano suonato nel convento di S. Giuseppe in occasione della visita ufficiale del duca Francesco V. Alla fine del 1878, dopo la morte del M° Milanti, l’incarico di direttore dell’orchestra e della banda venne affidato al M° Ugo Sarti di Budrio, che lo mantenne per oltre 25 anni. Si era intanto costituito un nuovo sodalizio musicale, la “Società Filarmonica pei figli del popolo”, ora conosciuta come “La Beneficenza”, promossa dal farmacista Olinto Pistoni e diretta dall’ex maestro dell’Accademia Sisinio Cassiani. Ben presto iniziò una accesa competizione fra i due corpi bandistici per dimostrare ad amministratori comunali e cittadinanza tutta, che parteggiava per l’uno o per l’altro quale fosse il migliore. Curioso che a presiederli fossero i titolari delle due farmacie sassolesi, antagonisti in campo musicale e anche concorrenti commerciali: Olinto Pistoni della “Beneficenza” era proprietario dell’omonima farmacia sita in piazza Garibaldi; presidente dell’Accademia era Giuseppe Bisetti della “Farmacia Franzoni” di via Clelia.

L’Accademia, forte di un organico fra i 40 e 50 elementi, continuava ad essere l’orchestra “ufficiale” del Teatro, mentre per i servizi di banda molti iniziarono ad essere affidati alla società rivale. Sul finire del secolo però il favore del Comune si indirizzò principalmente verso la “Beneficenza”, dopo che nel 1894 aveva nominato il loro direttore, M° Ugo Cinti, maestro comunale di musica. Pur proseguendo nella sua attività concertistica e bandistica l’Accademia si vide addirittura negare dal Sindaco l’assegnazione di contributi economici, per essersi rifiutata di eseguire alcuni servizi e per comportamento irriguardoso nei confronti dell’amministrazione. A complicare la situazione dell’antica Accademia giunse nel settembre 1906 la chiusura per motivi di sicurezza del Teatro municipale, facendo così venir meno il luogo dove ancora si svolgeva la sua primaria mansione. Nel 1907, molto probabilmente stanchi di questa situazione, alcuni membri di entrambe le formazioni ne proposero la fusione. Vi fu una vera e propria levata di scudi, in particolar modo da parte della “Beneficenza” e del suo presidente, e non se ne fece niente. Necessita ancora di ulteriori approfondimenti la costituzione fra il 1909 e 1910 di una nuova Società corale ed orchestrale da parte di componenti delle due istituzioni, che ottenne anche dal Comune l’assegnazione di un locale dove effettuare le prove. Associazione dalla breve esistenza ma che ebbe comunque il tempo di far debuttare il 23 aprile 1911, nel giorno del patrono sassolese, la sua formazione vocale chiamata “Società corale sassolese”: quella che possiamo ritenere essere l’antenata dell’odierna “Puccini”.

(Ricostruzione storica e ricerca archivistica a cura di Stefano Cavazzuti)

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Ultimo aggiornamento: 11-12-2023, 16:30